7 Febbraio 2013
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Enigmistica

L’abitudine vuole che ogni volta che si parte per un viaggio, sia esso più o meno lungo, la prima tappa sia sempre l’edicola più vicina in cui si va per acquistare rigorosamente una delle tantissime riviste di enigmistica disponibili. Sì, perché a noi italiani l’enigmistica piace ed è sempre piaciuta tantissimo. Siamo dei veri e propri cultori della materia che per primi abbiamo inventato, diffondendone poi uso e passione al resto del mondo.

La tradizione popolare italiana conta numerosissimi esempi di indovinelli linguistici e rebus, già dal Rinascimento, che la forte influenza culturale del nostro Paese esportò poi facilmente in Francia e in Inghilterra a partire dal ‘700. Ogni Paese si mise quindi letteralmente all’opera per creare il proprio gioco enigmistico; ad esempio, la Francia di primo ottocento amava cimentarsi nel gioco della sciarada, schema linguistico in cui si ottiene una parola o frase giustapponendone due o più (es.: ciocco – latino / cioccolatino). Ne “La fiera della vanità” di William Thackeray vengono riportati numerosi esempi di “sciarade viventi“, serate a tema simili ai nostri live dei giochi di ruolo in cui gli invitati dovevano alternativamente mimare o risolvere sciarada dopo sciarada.

L’enigmistica andava così di moda da essere sviluppata su riviste specifiche non appena il giornalismo prese campo in Europa. I veri fautori dell’enigmistica moderna, tuttavia, siamo proprio noi italiani. È nostro il merito, infatti, di aver creato innumerevoli esempi di giochi enigmistici e di aver fatto la fortuna di moltissime riviste a tema, una su tutte “La settimana enigmistica”, che viene pubblicata nel nostro paese dal 1932. Tuttavia, come spesso accade nel nostro Paese, la vera invenzione dell’enigmistica moderna viene attribuita al mondo anglosassone; il gioco enigmistico per antonomasia, ossia il cruciverba, è stato infatti inventato da un giornalista americano che lo pubblicò per la prima volta nel 1913 sul supplemento del quotidiano “World”. Come accadde poi con altre parole (tipo ferrovia, tradotta letteralmente dall’inglese “rail-way”), il termine inglese “crossword” venne semplicemente tradotto con cruciverba. Ecco perché, ad oggi, esistono due termini per chiamare lo stesso gioco: cruciverba, di origine anglosassone, e parole crociate, la cui origine è tutta italiana.

Non c’è da preoccuparsi, però, rispetto al merito dell’invenzione dell’enigmistica; mentre il resto del mondo continua a cimentarsi con i cruciverba, noi contiamo una gamma praticamente infinita di giochi linguistici. Oltre al classico cruciverba, infatti, si contano rebus, parole crociate crittografate, bifrontali, senza schema e facilitate, giochi linguistici tipo il bersaglio, gli incroci obbligati, i cruciverba sillabici e le piste cifrate. A ciò si aggiungono diversi schemi di gioco tra cui quello diagrammatico, sinonimico e a doppio senso. Come se non ce ne fossero già abbastanza, Wikipedia riporta un’ampia lista di giochi enigmistici tipicamente italiani in cui cimentarsi in ogni momento.

Tornando invece al gioco enigmistico più amato di tutti, ossia il cruciverba, è interessante notare come, nonostante le regole siano sempre le stesse, ogni cultura abbia sviluppato una propria forma di cruciverba. Oltre a quello italiano, il più grande al mondo per dimensioni e il più diffuso nei Paesi di lingua romanza (Spagna, Francia, ecc.), si contano i cruciverba americani, inglesi, svedesi e giapponesi.

Il cruciverba americano è senza dubbio il più interessante dopo quello italiano dal momento che, normalmente, viene costruito “a tema”, forse per agevolare i giocatori nella compilazione. Da un punto di vista grafico, rispetto al nostro cruciverba, quello americano risulta simmetrico a 180°: l’intero cruciverba è costruito come unione di due metà identiche con una delle due rovesciata rispetto all’altra. Eccovi un esempio:

Cruciverba americano

Il cruciverba inglese, diffuso in tutti i paesi del vecchio Commonwealth, pur se costruito con lo stesso principio simmetrico di quello americano, è più piccolo di quello italiano e non “ammette spazi aperti”; tutte le definizioni da indovinare sono sviluppate in singole righe delimitate da file di blocchetti neri, come potete vedere dall’esempio qui sotto:

Cruciverba inglese

Il cruciverba svedese non è altro che il nostro cruciverba autodefinito o crucincastro. In pratica, le definizioni sono già contenute all’interno dello schema e vengono segnalate all’interno di ogni riga, sia verticale e orizzontale, dalla definizione accompagnata da una freccia che ne indica l’orientamento. Questo tipo di cruciverba è molto diffuso nel nord Europa che, a quello che risulta, lo preferisce nettamente al nostro classico schema fisso.

Cruciverba svedese

Ultimo ma non meno importante, il cruciverba giapponese non è fatto per le lettere dell’alfabeto ma per gli ideogrammi della propria lingua. Si può dire che la distinzione minima sia fatta sulla sillaba o katakana, che comporta una ridotta dimensione dello schema complessivo. I giapponesi, tuttavia, possono andare fieri del proprio gioco enigmistico: il sudoku. Anche se non ha nulla a che vedere con indovinelli, rebus e incastri di parole, il sudoku viene a tutti gli effetti considerato parte dell’enigmistica in quanto difficile esercizio di pura logica.

Cruciverba giapponese

Tra i giochi enigmistici del nostro Paese, quelli nati in altre culture e le varianti globali dei cruciverba è proprio il caso di dire che a noi italiani non rimane che l’imbarazzo della scelta!

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